Hope…
Starring Cristina Marino
A ROCKETT production
Interview to Cristina Marino by Chiara Del Zanno
Videography by Leonardo Cestari
A ROCKETT production
Interview to Cristina Marino by Chiara Del Zanno
Videography by Leonardo Cestari
Schietta, magnetica, senza filtri. Cristina Marino è un vulcano e sembra avere le idee chiare su tutto: «Ho trent’anni e sono felice. Non mi sono mai chiesta come sarebbe potuta andare la mia vita se avessi preso decisioni diverse, perché di base sono molto istintiva. Ora Nina mi ha un po’ cambiata – ammette parlando della figlia avuta con Luca Argentero – ma se mi va di fare una cosa, la faccio. È difficile che mi chieda: se fosse andata diversamente? Quindi forse doveva andare così, le cose che mi sono successe dovevano succedere».
Cultrice del bello e appassionata di fitness, ne ha fatto una missione personale e professionale attraverso l’attività con il suo brand Befancyfit: «Certo, ho dei difetti e delle cose che cambierei, ma non è che siamo di plastica. Che è il motivo per cui non amo la chirurgia, come allo stesso modo non amo tutta questa propaganda sul body positivity, perché sembra che abbia l’effetto contrario. Anche il cibo può essere un vizio o un disturbo, è molto importante l’accettazione, ma di qualcosa di sano. Se hai la smagliatura accettati e chissenefrega, se hai tre chili in più guardati allo specchio e ridi».
Inizialmente riservatissima sulla sua storia d’amore con Argentero, oggi Cristina concede qualcosa in più sulla sua vita privata: «Prima avevo voglia che non se ne parlasse troppo, le novità fanno sempre parlare, a maggior ragione se sono un po’ scomode e arrivano a gamba tesa. E fra me e Luca è andata un po’ così, c’era già tanto chiasso. Utilizzo i social ma sono molto gelosa delle mie cose, non c’è una foto di casa nostra o dei nostri risvegli. Con il tempo ho capito che se ogni tanto pubblichi tu qualcosa, si placa quell’ossessione di scoprire cosa fai o cosa non fai. Poi ormai è un rapporto sereno e consolidato, abbiamo una famiglia».
Nella video intervista il racconto integrale di Cristina Marino.