Edoardo Pesce, lupo de fiume
Starring Edoardo Pesce
A ROCKETT production
Interview to Edoardo Pesce by Chiara Del Zanno
Videography by Leonardo Cestari
A ROCKETT production
Interview to Edoardo Pesce by Chiara Del Zanno
Videography by Leonardo Cestari
Vis à vis con Edoardo Pesce, che incontriamo nel pieno del successo della serie tv Christian, liberamente ispirata alla graphic novel Stigmate. «Hanno smesso di insultarmi» racconta subito lui, in riferimento alla polemica social nata da una password romanista all’interno della serie (episodio che un po’ fa sorridere, ma per certi versi ha anche dell’assurdo). «È stata una parentesi un po’ antipatica, ne ho parlato anche con alcuni amici laziali. A parte che neanche la dico io quella battuta, però siccome ‘sti social sono un po’ violenti mi sono arrivati degli insulti dai tifosi».
A proposito di social network, Pesce li usa con le pinze, come si dice a Roma: «Mi sembra una cosa molto brutale. Non c’è un dialogo, tu scrivi ma poi non è che l’altro risponde dal vivo. Io c’ho ventimila followers su Instagram. Faccio l’attore, devo fare i film, le serie, non è che sto là in vetrina. Mi sembra un modo insano di dire: “Guarda quanto sto meglio di te”. Devi far vedere che c’hai la macchina, che vai in vacanza, che stai bene. È quasi una cosa di paese, mi sembra molto provinciale. Meglio non partecipare, fa bene Elio Germano».
Dopo anni di carriera, oggi è uno degli interpreti di punta del cinema italiano. Il salto è sotto gli occhi di tutti: Pesce non è più l’attore che ‘prende il ruolo’, ma i ruoli e i film li costruiscono proprio su di lui. «È stata una lunga strada – minimizza mentre ci racconta il cambiamento degli ultimi tempi – Faccio l’attore da quanto avevo ventisette anni, oggi ce ne ho quarantatré. Cosa è cambiato adesso? Che guadagno di più. Sono contento che possano impostare un film su di me, e poi mi chiedo pure… Ma siete sicuri? Comunque oh, l’importante è che pago il mutuo».
Nella video-intervista completa Edoardo Pesce, tra gag, battute e momenti di riflessione, parla del suo rapporto con la romanità, dei grandi ruoli da cattivo che hanno caratterizzato la sua carriera, del percorso musicale dentro e fuori L’Orchestraccia. E poi ci regala un paio di chicche finali, cantando alcune canzoni romane come, ovviamente… Lupo de fiume.