Tim Summer Hits

a portfolio by Fabrizio Cestari

A ROCKETT production
Testo by Chiara Del Zanno
Videography by Leonardo Cestari

Siamo stati nel backstage del TIM Summer Hits 2022, ovvero il regno di quelli che possiedono l’algoritmo divino per creare almeno un paio di tormentoni all’anno.

Sottotitolo: il Festivalbar 2.0 di cui sapevamo di avere bisogno. E che finalmente è arrivato. Targato Rai2, condotto nientemeno che da Miss Andrea Delogu e Mr Stefano Di Martino (coppia televisiva spumeggiante, fresca e vincente. Lei riminese, lui napoletano : ça va sans dire), con tanto di corner capitanato da Ema Stokholma in collegamento per Radio2 e Rai Play, ciliegina. Il nuovo programma-evento del 2022 porta il pop-rap italiano live per le piazze e poi direttamente in tv, sui social, ovunque insomma. È il festival itinerante dei tormentoni estivi. E, diciamocelo: quanto ne avevamo bisogno.

Così in questo numero interamente dedicato a chi ci fa ballare, cantare, twerkare e limonare sotto il sole cocente ma pure davanti a uno Spritz, faremo quello che nel 2022, dopo anni di pandemia che paiono un secolo, va decisamente fatto: un’ode al tormentone. Il sacrosanto, attesissimo, biasimatissimo e indispensabile tormentone estivo. Nei giorni che trascorrevamo chiusi in casa, tra farine e tutorial per smaltirle, il tormentone ci è mancato come poche altre cose. Ancora non lo sapevamo però: le ultime due estati sono volate via con l’impressione d’essere invecchiati in fretta mentre sorseggiavamo mezzo drink all’aperto abbassando con prudenza le mascherine. Qualcuno, ma solo tra i più coraggiosi, s’alzava per accennare un balletto timido sulle note di qualche hit. E mentre i concerti slittavano uno dopo l’altro, i tormentoni fremevano sottopelle, durante i viaggi in macchina, salendo su e giù, dalle braccia alle gambe.
Ma senza esplodere come meritavano. Perché con le hit estive è così : funzionano solo con gli assembramenti. Giusto qualche anno fa ce n’era una in particolare che faceva: “Ti voglio cullare, cullare/ Posandoti su un’onda del mare, del mare / Legandoti a un granello di sabbia, così tu / nella nebbia più fuggir non potrai / e accanto a me tu resterai”. Un pezzo meraviglioso del 1961 cantato da Nico Fidenco: Legata a un granello di sabbia.

Prodotto dalla RCA e rifiutato all’undicesima edizione del Festival di Sanremo (perché non conforme ai toni della kermesse), venne rilanciato e messo in commercio per la stagione estiva. E così capitò l’impensabile : 14 settimane primo in classifica, milioni di copie vendute come mai era successo prima ad un singolo italiano. L’evento fu straordinario e inaugurò due filoni : quello delle memorabili cantonate sanremesi (ma qui stiamo decisamente migliorando: ciao Maneskin, ciao Blanco) e quello dei tormentoni estivi. Al via di Fidenco si scatenò l’inferno. Cantando una storia d’amore legata a un granello di sabbia, quasi costrinse i critici musicali nella posizione di dover trovare un nome a quel fenomeno. E indovinate? Il termine coniato era così azzeccato da essere ancora vivo e vegeto : il tormentone estivo.
Un appunto doveroso (con buona pace dei detrattori delle hit estive) : tra i primi kings delle estati italiane figurano Lucio Battisti, Edoardo Vianello, Adriano Celentano, Donatella Rettore, Umberto Tozzi e molti altri. Non proprio gli ultimi della classe, no?
Radicati nell’identità nazionalpopolare della propria epoca, semplici nel testo e orecchiabili nel ritmo, accessibili a tutti, ballabili e disimpegnati, i tormentoni estivi hanno rappresentato – e sempre rappresenteranno – parte del cambiamento culturale del nostro Paese.
Guardare il palco fluido, attivista, libero e variegato del TIM Summer Hits 2022 ne è la prova : i nomi che lo cavalcano sono il simbolo dei nostri anni.
Ma, cosa ancora più importante, sono un inno alla vita. Quella da godere senza pensieri, da sudare tutti insieme, da sfogare in piazza e ballare in acqua al tramonto. Oh tormentone, che i bambini ti cantano per tre mesi e poi ti ricorderanno per una vita intera, mannaggia alla nostalgia degli anni in cui era tutto più facile (e qui ciao, Lùnapop).
Oh tormentone, primo bacio degli adolescenti, che fatica quel batticuore. Oh tormentone, primo amore dei vent’anni, pazzo e col volume al massimo, che poi non torna più. Ma il bello dei tormentoni è questo: la prossima estate è tutto da riscrivere. Se negli ultimi 60 anni è sopravvissuto alle critiche e alle polemiche, ai tempi che cambiavano, ai periodi più bui di crisi economiche e pandemie, un motivo dev’esserci. La verità è che lo svago è un dovere. E la leggerezza ce la meritiamo.
E pure se l’algoritmo divino noi non lo conosciamo, un’idea del perché tutto questo
funzioni così bene ce la siamo fatta : perché niente è liberatorio come un assembramento al ritmo di una hit. E allora vieni a noi, sacro fuoco del tormentone estivo.

Riprendiamoci la vita.

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