Wide open

Starring Simona Tabasco

A ROCKETT production
Interview to Simona Tabasco by Chiara Del Zanno

Interview

Quando è uscita la notizia ufficiale che Simona Tabasco, Beatrice Grannò e Sabrina Impacciatore erano nel cast di White Lotus 2 c’è stato un bel po’ di scalpore. Moltissime attrici italiane sono state provinate per il progetto… Mi racconti dov’eri quando ti hanno detto che ti avevano presa? Te lo aspettavi?

Non me lo aspettavo proprio! La sera in cui mi ha chiamata il mio agente per dirmelo ero a casa senza nessun programma particolare, e nel bel mezzo della cottura della pasta guardavo Gianni in videocall (nda: Gianni Chiffi, Volver Actor) e ripetevo “Non è vero! Non è vero”. Avevo incontrato Mike White solo tramite Zoom, per il callback, perché proprio durante la settimana dei provini dal vivo ero risultata positiva al Covid test. Di conseguenza pensavo anche di avere meno chance di vincere l’audizione, e invece… Insomma, è stato un piacevolissimo e continuo colpo di scena.

Visto che ancora non possiamo fare spoiler… Tutti questi mesi di lavoro su un set internazionale, come attrice quanto ti hanno cambiata? E in cosa?

Non mi era mai capitato, prima d’ora, di essere su un set così grande e con centinaia di professionisti, ognuno con il proprio ruolo e tutti pronti a far funzionare ogni cosa alla perfezione. Mi sento cambiata nella disciplina e nella consapevolezza che sì, dopotutto è un gioco. Ma un bel gioco serio.
Penso poi che con il passare del tempo, esperienza dopo esperienza, riuscirò a capire sempre meglio cosa mi ha lasciato davvero The White Lotus2 e le persone meravigliose coinvolte.

Accanto a te c’era Beatrice Grannò. Siete vere amiche oltre che colleghe: allora vai, apriamo questa parentesi romantica. Una sviolinata per Bea? (Tempo fa l’abbiamo chiesto a Giulia Bevilacqua e Claudia Pandolfi, se la sono cavata alla grande…)

Se potessi suonargliela, sarebbe una sviolinata dal suono leggero. Bea è stato un faro durante le riprese. Ci siamo tenute la mano fin dal primo giorno. Avevamo già lavorato insieme su DOC – nelle tue mani e ci conosciamo da più o meno dieci anni. Ci siamo incontrate per la prima volta al Centro Sperimentale, ma solo durante questo set è sbocciato un bel fiore tra noi. Per la precisione un loto.

Nata a Napoli, mamma impiegata e papà grafico. Non era scontato che tu fossi qui oggi, con questa carriera davanti. Di ostacoli ce ne sono stati?

Ci sono stati tanti ostacoli, a partire dai ‘no’ ai provini. Ma ho imparato che non bisogna arrendersi davanti a questi e che vanno presi come un’occasione di crescita. Mi è capitato per caso di intraprendere la strada della recitazione e la mia carriera è iniziata con molta leggerezza, ma ad oggi non potrei pensare di vivere senza il cinema.

In DOC si parla sempre dei drammi sentimentali di Elisa, ma parliamo pure di quel suo caratterino sarcastico, delle battute lapidarie, del pepe e della diffidenza che mette nei rapporti umani… Sei solo una brava attrice oppure c’è anche qualche punto in comune?

Ci sono più punti in comune con la mia cara Elisa, spesso sono diffidente e mi piace fare black humor e battute lapidarie. Diciamo che le ho voluto bene fin dalla prima lettura della sceneggiatura, perché ho trovato tenera la sua forza e davvero non vedo l’ora di scoprire quale sarà il suo futuro.

Tempo fa hai postato una foto di Jason Campbell e certi utenti hanno commentato che “tu sei tanto carina, ma le foto che metti sono sempre strane”. Allora hai risposto: “La prossima volta posto il culo”. C’è da ridere qui, ma te lo devo chiedere: come vivi tutta questa popolarità? Le aspettative, i giudizi, l’invadenza dei social?

La vivo in maniera molto serena perché dal momento in cui sei un personaggio pubblico, inevitabilmente sei esposto a giudizi e critiche che in genere non mi hanno mai disturbato più di tanto… se fatte con coscienza.
Quello che mi spaventa è la cattiveria gratuita delle persone. In genere scelgo di non espormi (divertente per un’attrice, eh?) ma mi piace manifestare la mia grande passione per l’arte contemporanea e spesso capita di postare immagini non proprio rassicuranti. Quindi mi aspetto qualsiasi tipo di commento. Mi sta bene fino a quando non si diventa il nostro personale profilo social…

Ti saluto chiedendoti la tua playlist per Déluge: i tre brani che ti rappresentano.

Wide Open, The Chemical Brothers. Supermassive Black Hole, Muse. Yes I know my way, Pino Daniele.